Nel lavoro che svolgo quotidianamente vengo interpellato dai clienti per mille motivi diversi: chi chiede un consiglio, chi vuole conoscere una tecnica, chi necessita di una strategia. E tutti, chi più chi meno, mi presentano i loro sfoghi e le loro frustrazioni. E’ normale. Siamo fatti di ragione ed emotività e il modo più bello e naturale per esprimerlo è comunicare i propri sentimenti.
E anche chi non fa il coach di mestiere, ovviamente si trova ad ascoltare lo sfogo di un amico, le recriminazioni di una collega oppure la delusione di un marito o di una moglie, dopo una giornata di lavoro. Esprimere solidarietà e incoraggiare chi abbiamo vicino è meraviglioso e aggiunge senso alle nostre esistenze, ma spesso se non siamo attrezzati – con il nostro Pronto Soccorso prêt-à-porter- rischiamo di ferirci, ovviamente in senso metaforico! Non basta ‘sperare di fare bene’, serve prepararsi anche per aiutare gli altri!
Ecco alcuni consigli per evitare di avere le ossa rotte aiutando gli altri:
- La mattina, prima di partire con una bella giornata, serve ricordarsi il proprio valore. Avere presente davanti a sé i propri punti di forza e darsi degli obiettivi per la giornata che vi aspetta. E’ illusorio provare ad aiutare gli altri se non sappiamo stimare o aiutare noi stessi. Alcuni preferiscono avere ‘la sindrome da crocerossina’ perché non hanno la forza di lavorare su di sé. Queste persone sono bravissime a consigli, ma quando è il momento di passare all’azione… diventano latitanti. Quindi, primo consiglio, ricordarsi appena svegli il proprio valore, meglio ancora ripescare nei giorni appena trascorsi degli esempi del proprio valore, gesti coraggiosi verso se stessi o verso chi ci circonda.
- Le emozioni sono bellissime, contribuiscono a renderci pienamente umani. E sono contagiose. Nessun problema quindi per quelle positive! Ma spesso quelle negative superano le nostre barriere senza che ce ne rendiamo conto e può capitare che la sera siamo un filino appesantiti. Per migliorare su questo aspetto è necessario che reimposti i tuoi ‘confini’ ogni mattina. Prova a ripetere queste parole: “Io sono io e tu sei tu!”. Forse qualcuno di voi le troverà ciniche ma ci ricordano qualcosa di profondamente vero: ciascuno di noi è una persona unica e non abbiamo cloni o fotocopie intorno a noi. Siamo diversi e distinti da tutti gli altri. Poi possiamo aiutarli, ma è importante non confondere i propri sentimenti con quelli degli altri. E anche la sera è utilissimo ricordare le emozioni provate e poter distinguere quelle nostre da quelle che gli altri ci hanno trasmesso.
- Prendetevi del tempo per voi. Trovate un momento nella giornata o nella settimana per fare qualcosa che vi piace da morire. Serve tenere alto il proprio serbatoio, per la nostra gioia e quella degli altri!
- Non potete salvare il mondo! Dobbiamo esserne consapevoli. Altrimenti ogni occasione mancata di aiuto diventa un senso di colpa o un rimorso. Se vi identificate in questo post significa che fate già abbastanza, che siete sensibili a questi temi. Dunque non temete di fare troppo poco, trovate invece il giusto equilibrio fra ciò che date agli altri e ciò che cercate per voi.
Spesso si crede che per aiutare qualcuno basti il buon cuore. Ma senza una adeguata strategia e senza gli strumenti adatti, rischiate – prima o poi – di esplodere, sarebbe un vero peccato se il bersaglio fosse una delle persone che volete aiutare o addirittura voi stessi. Preparatevi ad essere sostegno per qualcuno, non improvvisate. Il bene va fatto bene! E lo apprezzerete in primo luogo voi stessi, senza contare coloro che vi stanno vicini.