Da quest’anno ho l’onore di coprire il ruolo di docente per l’ITS Umbria, un Academy – istituita dal MIUR e dalla Regione Umbria – di alta eccellenza tecnica per la specializzazione post diploma. L’obiettivo è quello di trasmettere ai ragazzi soft skill (dette anche competenze trasversali) per farli crescere umanamente e donare loro una marcia in più per quando entreranno nel mondo del lavoro.
Le lezioni sono iniziate da qualche settimana, purtroppo la formazione a distanza ha tolto quella magia che il contatto umano, la presenza in aula e l’incrocio di sguardi permettono di trasmettere. Nonostante questi impedimenti credo che i ragazzi stiano dando il loro meglio, ognuno a modo suo ma tutti nella stessa direzione: quella della crescita e del mettersi in gioco.
Ma, ci sono delle tecniche per ottenere il meglio dai propri studenti?
1. Alcuni credono che la coerenza sia una base necessaria. Gli studenti prosperano in un ambiente protetto, dove si viene preparati al cambiamento e dove si anticipano i successivi step del percorso didattico. Quando la coerenza è incorporata nella struttura del corso, la classe sa cosa aspettarsi. La coerenza infatti è un valore quando viene associata alla lealtà, diventa invece una pietra tombale e un inno alla noia quando viene associata alla prevedibilità. Il mondo non è prevedibile e farlo credere agli studenti è crudele oltre che illusorio.
2. Altri propongono di essere positivi, questa è la base di un comportamento costruttivo ed essenziale per ogni modello organizzativo. Quindi un modello di comportamento positivo e la stabilità emotiva (positiva) del docente possono consentire agli studenti una maggiore interazione con lui, e a lui di spingere i ragazzi al di fuori della zona di comfort durante gli esercizi creativi e di autovalutazione. Ma essere sempre positivi è stucchevole, non è credibile. E chi ambisce ad esserlo indica un modello finto, irraggiungibile. La fatica della vita, va mostrata e condivisa quando possibile così come le opportunità di crescita e i traguardi raggiunti o raggiungibili.
3. Per fermarsi alle prime tre tecniche che mi vengono in mente, ci sono altri docenti che dicono chiaramente agli studenti quale risultato otterranno alla fine del corso. Mostrano cioè quali obiettivi verranno raggiunti se si segue il docente e ci si fida di lui. Ma la fiducia non è un patto, è invece una reciproca scoperta. All’inizio, gli obiettivi che si raggiungeranno sono oscuri al docente e al discente perché il primo ancora non conosce i secondi e viceversa. Gli obiettivi si formeranno strada facendo in base alla storia di ciascuno e alla relazione che si svilupperà fra i due.
Molte altre sono le tecniche proposte ma tutte hanno un fatale tallone d’Achille, un punto debole. Niente sostituirà l’efficacia di essere veri e di accumulare esperienze, errori, umiltà. Gli studenti non cercano un modello, ma un aiuto per capire la vita. Se trovano un aiuto, forse troveranno un modello.
Le qualità che un docente cerca in uno studente invece è facile elencarle: curiosità, partecipazione, rispetto.
Queste doti le ho trovate in tutti i ragazzi che stanno partecipando al corso di Comportamento organizzativo presso l’ITS Umbria Academy. Questi i loro nomi, che ho il piacere di elencare:
Beatrice, Agnese, David, Elena, Lorenzo, Enrico, Filippo, Andrea, Roberta, Matteo, Giulia, Chiara, Alice, Monica, Johan, Paolo, Aurora, Marica, Giacomo, Claudia, Nicola, Asia, Giulia, Gianmarco, Alessandro e Andrea.
Carissimi, il meglio deve ancora venire, ma posso certamente ammettere che siamo partiti nel modo migliore e, vedrete, i risultati non mancheranno. A voi il compito di scoprirli al termine del corso.
Buone feste (meritate) a tutti !